Osservando le imprese familiari si può notare che si stanno consolidando due fenomeni: il mutamento degli assetti proprietari e la revisione dei sistemi di gestione. 

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AIM Italia, il mercato di Borsa Italiana dedicato alle Piccole e Medie Imprese (PMI), ha modificato il proprio regolamento, in vigore nella nuova versione a decorrere dal 20 luglio 2020, per favorire la crescita delle startup e delle PMI che scelgono la quotazione per consolidarsi e crescere investendo in innovazione. Quali sono gli aggiornamenti introdotti?

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Le persone fisiche e le persone giuridiche, che conferiscono capitali nelle imprese innovative (startup e PMI), hanno diritto all'agevolazione fiscale (IRPEF o IRES) sull'investimento (art. 29, D.l. n. 179/2012). Sulla nozione di investimento agevolabile è intervenuto il decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze del 7 maggio 2019, operativo dal mese di luglio. Cosa prevede?

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Al fine di permettere agli investitori di procedere con gli adempimenti fiscali per dichiarare gli investimenti in imprese innovative e garantire loro che, in caso di controlli (esercitabili fino a sette anni dopo l’investimento), non siano privati dell'agevolazione fiscale, le startup sono tenute rilasciare una documentazione dettagliata secondo le direttive dell'Amministrazione Tributaria. Di quali documenti si tratta?

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Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (5 luglio 2019) del Decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze sono operative, come già avviene per le startup, le agevolazioni fiscali per gli investimenti nelle PMI innovative. Di quali misure si tratta?

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Nel settore dell'innovazione è ben noto il cd. SAFE (Simple Agreement for Future Equity) Agreement, ovvero il modello contrattuale sviluppato e utilizzato da Y Combinator, uno dei principali incubatori americani. Questo strumento, tuttavia, come abbiamo già spiegato in relazione alla convertible note, non può essere confuso con gli strumenti finanziari partecipativi (SFP), previsti dall'ordinamento italiano e, quindi, trovare applicazione nel nostro Paese attraverso questi.

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Le società (startup innovative o PMI), che promuovono campagne di equity crowdfunding, devono fornire specifiche informazioni sui soci: gli articoli 4, comma 3, lett. h) D.l. n. 3/2015 e 25, comma 12, lett. g), D.l. n. 179/2012, richiedono, ad esempio, il deposito del curriculum vitae. 

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Una società a responsabilità limitata, startup innovativa (art. 26, comma 7, D.l. n. 179/2012) o PMI innovativa (art. 4, comma 1, 9 D.l.n. 3/2015), può procedere all’emissione di strumenti finanziari forniti di diritti patrimoniali o anche di diritti amministrativi, con esclusione del diritto di voto nelle decisioni dei soci, a seguito dell’apporto di capitali, di opere o di servizi da parte di soci o di terzi.

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Nelle campagne di equity crowdfunding il regolamento Consob prevede che, in caso di mancato perfezionamento della raccolta di capitale (ovvero non è stato raggiunto l'importo prefissato o una quota di esso, pari almeno pari al 5%, non è stata sottoscritta da investitori professionali), le somme versate dagli investitori devono essere loro restituite. Per tale ragione occorre strutturare l'aumento di capitale connesso alla raccolta mediante equity crowdfunding secondo alcuni specifici criteri. Quali sono?

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